26. Giardini di via Vipacco
Via Vipacco 12
Giardini di via Vipacco. La breve via Vipacco prende il nome da un fiume del Carso che, assieme alle vie dedicate al limavo e al Doberdò, rievoca i fiumi della Grande Guerra. A lato di questa via, che corre silenziosa e poco trafficata lungo il muro cieco del Museo di Storia Naturale, si trova una successione di piccoli giardini, inizialmente appartenenti a un unico appezzamento indiviso, coltivato a orto e completamento chiuso, di pertinenza e sul retro del grande palazzo giallo che dà su via limavo. Un piccolo ‘angolo di campagna’, protetto dagli alberi che nel frattempo sono cresciuti rigogliosi.
Il giardino centrale – visitabile!- è il più curato e già dalla fine dell’inverno mostra le sue fioriture ‘scalari’ a cominciare dall’erica di fine febbraio, agli iris e alle ortensie, oltre a acanto,,agavi, pitosfori e aromatiche. E anche il giardino più luminoso perché vi è un unico ulivo nel mezzo, tenuto potato, mentre nell’appezzamento di sinistra ci sono un gelso, un caco e un inarrestabile alloro, che danno a questo angolo della via un aspetto più rustico e selvaggio, ma anche piacevolmente ombroso d’estate.
Dal giardino si allungano grandi rincospermi che ricoprono la ringhiera dell’ingresso e poi si arrampicano – sapientemente guidati – fino a conquistare interamente il terrazzino al secondo piano del palazzo, interrompendo con un tocco di verde questa facciata condominiale altrimenti un po’ monotona.
È un bell’esempio, economico e facile, di ‘verde verticale’, quello di cui va di moda parlare, a volte, citando giardini pensili e grattacieli ecologici mentre in realtà il verde che rinfresca le vie arrampicandosi sulle case c’è sempre stato, come fa ad esempio la vite americana che ricopre i muri velocemente, quando la si vuole.